Storia

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  • Riforme dal 1600 al 1800
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1542-1588

Nel 1542 Paolo III istituì una Commissione di sei Cardinali con il compito di vigilare sulle questioni della fede (Bolla Licet ab initio del 21 luglio 1542). Tale Commissione, conosciuta con il nome di “Santa Romana e Universale Inquisizione”, aveva all’inizio esclusivamente carattere di Tribunale per le cause di eresia e scisma.

Paolo IV, a partire dal 1555, ampliò notevolmente la sua sfera di azione, facendola competente a giudicare anche questioni morali di diversa indole.

Nel 1571 Pio V creò la Congregazione per la riforma dell’Indice dei Libri Proibiti. Tale competenza, inizialmente attribuita all’inquisizione, fu esercitata da questo nuovo Dicastero fino alla sua soppressione nel 1917.

In seguito alla riforma della Curia, operata da Sisto V (Bolla Immensa aeterni Dei del 22 gennaio 1588), l’attività dell’inquisizione si estese a tutto ciò che poteva riguardare direttamente o indirettamente la fede e la morale.

1622-1846

Gregorio XV con la costituzione Universi dominici gregis del 30 agosto 1622 confermò la competenza della Congregazione dell’Inquisizione contro il delitto di sollecitazione ad turpia, competenza ribadita da Benedetto XIV con la costituzione Sollicita ac provida del 9 luglio 1753, elaborata e scritta personalmente dal Papa. Il Pontefice esortò i membri della Congregazione dell’Indice a un esame più attento e imparziale delle opere loro sottoposte per prevenire le lamentele degli autori e dispose che ai teologi fossero affiancate persone eminenti per cultura, in procedimenti più obiettivi e che prevedessero anche l’ascolto degli accusati o di loro rappresentanti. Il Papa cercò di dirimere la questione, mai risolta, della giurisdizione concorrente in materia di censura tra Sant’Ufficio e Congregazione dell’Indice. Stabilì pertanto che quest’ultima doveva occuparsi soltanto delle opere espressamente denunciate come pericolose, sempre che esse non fossero già sottoposte all'esame della Congregazione dell’Inquisizione.

Verso la fine del Settecento vennero dapprima sottoposti alla giurisdizione di quest’ultima taluni delitti che non erano mai stati considerati in stretta relazione con l’ambito dottrinale, e poi, con Pio VI, le fu aggiunta tutta la materia riguardante gli ordini sacri tanto per la parte dogmatica quanto per quella disciplinare.

Nell’Ottocento, sotto il pontificato di Gregorio XVI, inoltre, l’inquisizione venne incaricata per qualche tempo di occuparsi anche delle cause dei santi, sempre però per ciò che riguardava la dottrina e in specie il concetto di martirio.

1908-1988

Pio X riorganizzò la Congregazione, mutandone l’antico nome in quello di “Sacra Congregazione del Sant’Uffizio” (Costituzione Apostolica Sapienti consilio del 29 giugno 1908).

Più tardi, Benedetto XV, nel sopprimere la Sacra Congregazione dell’Indice trasferì nuovamente la relativa competenza al Sant’Uffizio, mentre toglieva a questo Dicastero quella per le indulgenze (Motu proprio Alloquentes del 25 marzo 1917).

Nel 1965, Paolo VI compì una nuova riforma della Congregazione. Cambiò il suo nome in quello di “Sacra Congregazione per la Dottrina della Fede”, e attualizzò i metodi usati per l’esame delle dottrine: sul carattere punitivo della condanna prevalse quello positivo della correzione degli errori, insieme alla custodia, preservazione e promozione della fede (Motu proprio Integrae servandae del 7 dicembre 1965). Nell’occasione, fu abolito anche l’Indice dei Libri Proibiti.

Giovanni Paolo II, con la Costituzione Apostolica Pastor bonus del 28 giugno 1988, decise un ulteriore riassetto dell’intera Curia Romana, precisando anche la funzione, i compiti e le norme della stessa Congregazione per la Dottrina della Fede. Il suo compito è «di promuovere e di tutelare la dottrina sulla fede e i costumi in tutto l’orbe cattolico» (art. 48). A seguito di tale riforma, il 29 giugno 1997 venne approvato il nuovo Regolamento per l’esame delle dottrine.

Dopo il 2000

Successivamente, con la Lettera Apostolica Fidem servare (11 febbraio 2022) e la Costituzione Apostolica Praedicate Evangelium sulla Curia Romana e il suo servizio alla Chiesa e al mondo (19 marzo 2022), Francesco ha modificato la denominazione e la struttura interna della Congregazione per la Dottrina della Fede, mutandone il nome in quello di Dicastero per la Dottrina della Fede.

Nelle materie che lo richiedono, il Dicastero procede anche come Tribunale: giudica i delitti contro la fede e i delitti più gravi commessi sia contro la morale sia nella celebrazione dei sacramenti. Con il Motu proprio Sacramentorum sanctitatis tutela del 30 aprile 2001, Giovanni Paolo II ha promulgato nuove norme procedurali riguardanti alcuni delitti gravi di competenza esclusiva del Dicastero. Una versione aggiornata di queste norme è stata promulgata da Benedetto XVI il 21 maggio 2010.

In un ulteriore intervento, Papa Francesco, in data 11 ottobre 2021, ha approvato le relative Norme vigenti.

Per garantire un più rapido esame dei ricorsi circa i delitti riservati alla competenza del Dicastero, con Rescritto di Papa Francesco del 3 novembre 2014 è stato istituito uno speciale Collegio, di cui la Sessione ordinaria del Dicastero si è dotata per una maggiore efficienza.